FARE IMPRESA NEL TERRITORIO DELL’ALPE DELLA LUNA, L’ECONOMIA SOSTENIBILE E IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA -NEXT GENERATION-
La natura funziona secondo un modello ciclico per il quale tutte le risorse che nascono, crescono e muoiono, ritornano alla terra come nuove risorse per rigenerarsi e creare nuova vita. Questo è il principio alla base dell’economia circolare che si contrappone all’economia lineare ormai non più sostenibile per il pianeta. L’inquinamento, lo spreco delle risorse naturali e i cambiamenti climatici sono solo alcuni degli aspetti negativi che oggi dobbiamo iniziare a fronteggiare. L’articolo su questo numero di Luna Nuova dell’Ing. Maccari è un ottimo punto di partenza per un approfondimento personale e come spunto di riflessione.
L’economia circolare rientra in quel concetto di economia sostenibile incentrata su un’idea di sviluppo perseguito rispettando la sostenibilità dal punto di vista sociale, economico ed ambientale.
Per questo motivo è necessario che sistema ecologico e sistema economico camminino parallelamente e l’utilizzo delle risorse deve permettere alle stesse di potersi rigenerare e far sì che un prodotto duri più a lungo, ripararlo per riutilizzarlo e sostituirlo solo se non può essere impiegato. Si passa quindi da un’idea di produzione per un consumo usa e getta, ad un’idea di produzione più complessa in cui si focalizza l’attenzione anche sul riutilizzare, rinnovare e riciclare i prodotti e i materiali già esistenti.
Ormai a tutti i livelli è imprescindibile pensare ad uno sviluppo economico senza che questo sia accompagnato da quello che è la tutela dell’ambiente e delle sue risorse.
Dopo anni di sostanziale disinteresse verso le aree interne, l’Economia Sostenibile non può prescindere dal loro coinvolgimento. La cultura “contadina”, per troppo tempo sminuita rispetto a quella industriale orientata al consumismo, è alla base di uno sviluppo rispettoso dell’ambiente. L’articolo di Rosanna Borelli (in questo numero) che ci ricorda quella che fu la filiera corta della lana nel nostro territorio è infatti un esempio chiaro di sostenibilità. Se poi aggiungiamo che i manufatti in lana non più utili venivano “guastati” per farne altri, passiamo subito ad avere un esempio di Economia Circolare.
Possiamo quindi affermare senza dubbio che i protagonisti dello sviluppo economico sostenibile e circolare, per le loro radici culturali, diventino proprio quelle piccole comunità di periferia che, non a caso nel 2017 erano destinatari di una legge (L. 6 ottobre 2017, n. 158 “Legge Piccoli comuni o Salva borghi” avente come obiettivo quello di sostenere lo sviluppo economico, sociale, ambientale e culturale oltre alla tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico.

Orientamento ribadito pochi giorni fa a Firenze il 30 giugno 2021, dove si sono svolti gli Stati Generali della Montagna, organizzati da Regione Toscana e ANCI Toscana preceduti da 18 incontri in sei mesi con 151 sindaci tra cui è stata parte attiva anche la nostra Amministrazione.
La novità è che oggi il progetto “Salva Borghi” si rafforza ulteriormente perché rientra a pieno titolo in quell’insieme di investimenti che fanno parte del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), e del Piano Europeo Next Generation. Il piano strutturato per stimolare la ripresa post covid-19, costituisce il più ingente pacchetto di misure di stimolo mai finanziato in Europa, un totale di 1.800 miliardi di euro, avente come obiettivo un’Europa più ecologica, digitale e resiliente.
In sintesi oggi siamo in un momento epocale perché si parla di tornare ad investire in maniera massiccia per far ritornare la montagna e le aree interne ad essere luoghi appetibili, anche per i giovani.
Bisogna essere però consapevoli che nessuno è disposto a lasciare la vita di città per trasferirsi in un territorio sperduto e dimenticato a prescindere. C’è bisogno di connessione, di servizi, di soluzioni green che preparino il terreno a nuove forme di artigianalità, di turismo e di impresa. Tutto questo passa attraverso l’attuazione di alcune misure fondamentali e di base attraverso il coinvolgimento dei piccoli imprenditori locali e di quelli che potrebbero arrivare portando conoscenze e nuove professionalità, expertise.
E’ impensabile che oggi si pensi al ritorno nelle campagne per intraprendere un’agricoltura tradizionale che già ne aveva originato lo spopolamento oppure che si trascuri che i fabbisogni per un tenore di vita accettabile siano aumentati o che, nel contenimento dell’uso del suolo, si possa proporre di vivere in case rurali con limitazioni strutturali che non rispondono più per salubrità, tecnologia e organizzazione degli spazi alle nuove esigenze o che ancora si possa vivere senza connessione internet o infrastrutture partendo da quelle sanitarie.
Questi sono solo alcuni di una serie di molteplici disagi insediativi che debbono essere risolti e questo può avvenire solo se ci sarà un impegno sociale trasversale nell’ambito di tutta la collettività, domandandosi non come si possano avere fondi (Partecipazione Passiva), ma su come si possa creare una rete di imprese, professionisti, associazioni, liberi cittadini, etc.etc., per valorizzare le risorse ambientali e umane locali per creare nuova ricchezza per tutta la comunità (Partecipazione Attiva) .
Dal prossimo numero la Redazione di Luna Nuova riporterà, con interviste ai protagonisti, una serie case history, di chi nel nostro territorio ci sta scommettendo affinché la conoscenza reciproca ci aiuti a fare squadra e sia da stimolo per orientare le scelte di chi si trova al bivio di rimanere o andarsene, di venire o ritornare.
Sono particolarmente orgoglioso e felice di introdurre e intervistare insieme a Rosanna Borelli e Medelin Rossi, alcuni “intrepidi pionieri”, ai quali seguiranno nei numeri successivi altri, perché alla base della mia scelta di investire nel territorio natìo, dal quale sono emigrato per motivi prima di studio e poi di lavoro, c’è proprio la volontà di trasmettere la consapevolezza che l’enorme patrimonio naturale, storico, culturale lo si salva solo se faremo squadra e saremo inclusivi (concetto ricorrente in quasi tutti i miei interventi). Ovvero avremo un futuro se sapremo costruire una cultura del cambiamento con peculiarità nostre, riferite al nostro territorio. Cosa che non abbiamo mai fatto.
Un’anteprima di chi conosceremo nel prossimo numero:
Luisella:
Anni fa organizzando per terræaltrove, con l’aiuto della Pro Loco, un evento fuori salone in occasione di Pitti Taste, Fiera agroalimentare internazionale di Firenze, che ha dato una grande visibilità al nostro territorio e ai suoi prodotti anche grazie alla partecipazione del maestro Augusto Tocci, ebbi la gioia di ritrovare un sapore antico della mia infanzia che ormai credevo dimenticato per sempre. Il succo di corniole o “crognole” come le chiamavamo a Rofelle. Sarò sempre grato a Luisella per aver recuperato questo sapore antico e per aver creduto tra le prime in una filiera corta e per averla realizzata. Luisella Gori è titolare dell’Azienda Agricola Il Podere dei mi nonni e nel suo laboratorio artigianale dal 2009 produce succhi di frutta, confetture, verdure sott’olio e anche farine.

Vinicio:
La storia di Vinicio invece parte quando da bambino, nei lunghi pomeriggi che introducevano la stagione estiva, passava ore in una proprietà di famiglia fuori il paese con terreni attigui anche al camposanto. Proprio questa vicinanza al camposanto e l’uso comune di gettare in questo terreno gli Iris appassiti dopo l’utilizzo commemorativo, ha fatto nascere in lui l’idea di estrarre essenze per la cosmesi. Idea che decenni dopo ha messo in pratica fondando Alpe della Luna Cosmetici insieme ai propri figli.

Giampaolo e Caterina:
“Là dove c’era una banca oggi c’è un pastificio artigianale”, potrebbe essere il titolo di un nuovo film di Tornatore o di un nuovo neorealismo cinematografico italiano calato ai nostri giorni caratterizzati dall’economia sostenibile invece è una realtà. Nel grande terremoto bancario di questi ultimi anni e la conseguente riorganizzazione territoriale degli sportelli aperti al pubblico, che ha determinato la chiusura di molte filiali inizia una storia imprenditoriale. Negli spazi lasciati liberi della filiale di Banca Marche di Borgo Pace oggi vi è un laboratorio artigianale (Pastificio Alpe della Luna) che produce ottima pasta utilizzando anche i grani locali.
Francesco:
Il sentore lo hai appena entri nel suo laboratorio di falegnameria artigianale dove alle pareti spicca un poster degli AC/DC. Comprendi subito che in quel luogo non si costruiscono solo pezzi di falegnameria ma si coltivano passioni musicali. Il sospetto, conoscendolo, è che quelle mani alla fine abbiano acquisito quella manualità forse proprio per arrivare a costruire oggetti unici come le chitarre acustiche personalizzate e fatte con quella passione che solo un mentore eccezionale, come il maestro liutaio di fama internazionale Gioachino Giussani, può insegnare. Francesco Venturi ci porterà alla scoperta del suo mondo fatto di legni pregiati lavorati con maestria e di musica.

Valentino:
Il Roquefort è un formaggio francese, a denominazione di origine protetta, che prende il nome dall’omonima località della regione dell’Occitania nel sud della Francia. La sua produzione avviene con latte esclusivamente prodotto da pecore Laucane. A Rofelle invece, pur non avendo avuto mai un formaggio DOC o DOP, si produceva fino a pochi anni fa un “cacio” che non aveva eguali (quello del Turiolo era tra i più ricercati). Cosa unisce Roquefort-sur-Soulzon e Rofelle? Le pecore Laucane. Valentino Gori nella sua Azienda Agricola ha da poco iniziato l’allevamento e la selezione di razza per arrivare quanto prima a riprodurre dell’ottimo formaggio di Rofelle e la scelta è caduta su questa tipologia di ovini perché producono 10 volte più latte rispetto a quella dell’appennino. Tradizione e innovazione.
Luca Gori