Spesso e volentieri sentiamo parlare del capoluogo di Badia Tedalda e, di rado, delle frazioni limitrofe. Il comune contiene un’exclave la cui origine risale al 1607. All’interno vi sono le frazioni di Cà Raffaello, Santa Sofia e Cicognaia e le piccole località di Montevecchio e Monterotondo.

Cicognaia: originariamente chiamata Cicognaja, è un antichissimo sito fortificato, le cui radici, si pensa, risalgano all’anno mille. Attorno al 1200, venne costruito un castello con elementi quattrocenteschi e con il giglio fiorentino. La cappella contiene dipinti appartenenti al 300′. Oggi, del castello, rimangono pochi resti. Secondo alcune testimonianze, la chiesa di Sant’Arduino, presente ancora sul territorio, sorge nel VII secolo su un edificio pagano, ed è stata successivamente ricostruita nel XVI secolo.
Cà Raffaello: situata nell’isola Toscana incuneata nel Montefeltro, deve il suo nome a Raffaello Cesarini. Negli anni successivi intorno all’abitazione di Cesarini, vennero realizzate altre case, da cui trae origine il nome Cà Raffaello. Inoltre, furono costruiti alcuni mulini, dei quali al giorno d’oggi ne resta soltanto uno, inattivo.
Santa Sofia: è piccolo villaggio con rocca. Il Borgo Antico fu diviso tra la contea di Monterotondo, lo Stato di Urbino, la dominazione dei Carpegna di Bascio e della Repubblica Fiorentina, ma fu anche dominio dei conti di Montedoglio, Gonzaga e Colloredo Mels. Nel 1794 il granduca di Toscana, Ferdinando III, la incorporò nella comunità di Badia Tedalda, abolendone i privilegi. Sul posto, era presente un castello avente la torre cilindrica, di cui ne restano soltanto i ruderi. La chiesa parrocchiale, di stile bizantino, era dedicata alla Santa, Sofia.

Montevecchio: Un antiquato maniero della famiglia Mastini, ceppo dei Malatesta di Pennabilli. Appartenne alla chiesa Ravennate. Nel 1736, data simbolica, i feudi, tra cui (Montevecchio), Cicognaia e Sasso di Simone, proprietà del granduca Gastone Dè Medici, entrarono a far parte della Toscana. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i Tedeschi, occuparono la zona, dominarono lo storico ponte degli “Otto Martiri” nel 1944, collocato in una posizione strategica. Il ponte fu chiamato così a seguito di un evento verificatosi nello stesso periodo, ove i nazisti fucilarono 8 giovani e straziarono i loro corpi, con il lancio di bombe a mano. Attualmente è luogo incantevole, nel quale è possibile fare trekking e MTB.
Monterotondo: Località poco distante da Casteldelci, ma distretto del comune di Badia Tedalda. Le fonti storiche di questa zona sono insufficienti, però si narra di un personaggio “Guaritore”, Nicola Gambetti.
La storia di Gambetti è un mistero, rimangono i racconti tramandati di generazione in generazione ed alcuni oggetti utilizzati da lui, sui quali vengono effettuati ancor oggi degli studi. Uomo di fede, credeva nelle proprietà benefiche e di guarigione dei vegetali e dei minerali e che gli influssi astrali si dovessero seriamente indagare per intuire quale potesse essere la miglior guarigione di ciascuno individuo. Fu anche un guaritore di animali, ma l’episodio particolare, che ci ha colpito, avvenne in occasione della difficoltà del parto della regina Elena, nonché moglie del Re Vittorio Emanuele III, Gambetti si recò a Roma ad aiutarla. Da quel momento in poi il guaritore ebbe una forte notorietà a livello nazionale e fu molto richiesto.
A Monterotondo è custodita la sua residenza, anche se in fase cadente.
Lucrezia Serafini, Volontaria di Servizio Civile 2021/2022
Foto in copertina: ASD L’Isola