Rofelle, frazione del comune di Badia Tedalda, contiene numerose località, tra cui vi sono: Mulino Barucco, Giuncheto, Villa, Campo del Fiore, Poggio, Campo di Biagino, Pozzo, La Chiesa, Casina, Castello, Cà di Borra, Cà Lupardo, Cà dei Betti, Casa Nova, Vellata, Cà dei Butteri, Cà Giovannicola, Lipalba e Torriolo.

Rofelle conserva una storia molto antica. La “Villam de Rufello” nel 1232, doveva consistere in un aggregato semplice ed aperto, sostanzialmente privo di mura; nel 1257, Rofelle compare tra le terre e Castra rivendicate dagli Aretini contro i Massani. La comunità di Rofelle compresa nei territori soggetti a Badia Tedalda, fu sede di autonomie al lungo rivendicate nei confronti dell’Abbazia e centro di resistenze alla politica di espansione territoriale dell’Abate Tedalgrado. Nel 1260, Badia Tedalda distrusse il castello ai rofellani, a seguito di una loro ribellione. Trent’uno anni dopo, nel 1291, l’allora abate diede inizio alla ricostruzione, ma ciò durò poco, poiché nel 1358, sotto la guida dell’Abate Angelo, lo distrussero nuovamente.
Nel XIV sec. l’attuale frazione fu in possesso dei Della Faggiola e, successivamente, dei Conti di Montedoglio fino all’estinzione della dinastia, quando il territorio di Badia Tedalda, passò sotto la Repubblica Fiorentina nel 1490.
Nella chiesa di Santa Maria Assunta, ricostruita, è possibile ammirare opere risalenti al XVI sec., fra cui un battistero a muro, con angeli in pietra arenaria.

Davanti alla chiesa, si ergeva un antico cippo romano, sormontato da una croce in ferro. Il cippo, casualmente danneggiato da un veicolo, si trova nell’edificio delle ex scuole elementari, insieme ad un altro recentemente scoperto. Questi due cippi, insieme a tracce di pavimentazione romana, rinvenute nel 1975 lungo la strada fra il luogo del Ranco e Rofelle, hanno fatto ipotizzare ad alcuni che dal Ranco e da Rofelle e dal Passo di Frassineto passasse la “via Ariminensis”, che collegava nell’antichità Rimini ad Arezzo. Nel paese di Rofelle nel tratto superiore del Marecchia, sono stati rinvenuti frammenti di Buccheri Etruschi (le ceramiche nere più antiche Etrusche), e di vasi Greco-Attici, testimonianza di una loro frequentazione del letto del fiume fin dai tempi più antichi. Inoltre due basamenti di statue funerarie romane di notevole importanza confermerebbero la centralità del luogo per le comunicazioni Romane nella Valmarecchia.


Rofelle non dimentica il passato! Fosco Montini, carabiniere e partigiano italiano, nacque a Rofelle il dì, 21 maggio 1922. Fu compagno e cugino dei fratelli Bimbi, Frè Luigi e Sildo. L’8 luglio 1944 cadde in mano ai nazisti insieme ad altri partigiani, venne torturato e ucciso a fucilate. E’ stato insignito medaglia d’oro al valor militare. Nel 2014, a Rofelle si è tenuta la commemorazione del 70° anniversario della sua morte. Tutt’ora presso il comando della stazione carabinieri di Badia Tedalda, è presente una lapide in suo onore.

Nel ritorno a Badia Tedalda si può fare, poco dopo Rofelle una puntata nel Pian del Sorbo, alla casa Gregori, detta il “Giuncheto”. Si tratta di un grosso casale, di origine Cinquecentesca, che si trova in fondo a una valletta scoscesa; sulla sua facciata sono state murate sculture antichissime, forse romane, che potrebbero avere riferimenti con le più antiche sculture di San Leo, una baccante, una scimmietta, una specie di Sfinge, ecc. In particolare interesse è la formella propiziatoria raffigurante il volto di un fauno tra un sacco di grano e di spighe. Al suo interno è conservato un camino in pietra del 1621.
Nel ‘500 il Giuncheto fu abitato da un conte Sbroglio, marito di una Medici, che fu assassinato dai briganti, durante un suo viaggio.
Fonti bibliografiche: Pianeta Valmarecchia con sette itinerari di viaggio di Amedeo Montemaggi, edizioni“Il Ponte”; Valmarecchia dalla sorgente a Ponte Messa di Daniele Albini ed.Guaraldi ; Fortificazioni medioevali in Valmarecchia. Ricognizioni nel territorio di Badia Tedalda di Simone De Fraja, ed. Società Storica Aretina; Testi di Marta Bonaccini
Serafini Lucrezia