Gli assoluti silenzi della natura, l’incanto di verdi foreste ricche di corsi d’acqua, gli anfratti rocciosi di grande suggestione fanno dei monti dell’Alpe della Luna un luogo di ascesa fisica e spirituale. Si sale e si è presi quasi da una vertigine: l’aria è pura e il cielo tanto vicino. È in luoghi del genere che sono sorti nei secoli rifugi per anime desiderose di elevazione e distacco dai beni terreni. Così è stato per l’eremo della Barucola (857 m s.l.m.), località insinuata sotto il Monte dei Frati (1453 m s.l.m.), nel territorio di Badia Tedalda. Nel XIII secolo vi giunge da Sansepolcro, Andrea Dotti, di nobile e agiata famiglia. Sensibile d’animo e molto religioso, Andrea soffre per la malvagità che agita il cuore degli uomini del suo tempo. Quando nel 1278 assiste ad una predicazione di padre Filippo Benizi, ne rimane così colpito che decide di rinunziare ai beni terreni per entrare, umile frate, nel convento dell’Ordine dei Servi di Maria di Sansepolcro.

Ordinato sacerdote, alterna la vita in convento alle predicazioni fra la gente in vari luoghi d’Italia per rifugiarsi, appena può, nel silenzio dell’eremo della Barucola, di cui sarà eletto Vicario. Per lunghi anni la sua attività è intensa: è a Firenze, Milano, Foligno, Orvieto, Asti, Alessandria, Siena. Fonda nuovi conventi; conquista con le sue parole e la santità di vita il cuore di molti giovani facendo nascere nuove vocazioni. Sa ascoltare, consigliare, guidare. Si racconta di un suo incontro con un giovane di Sansepolcro, noto per l’avidità di denaro. Andrea gli parla di un misterioso tesoro pronto per lui. Incuriosito, il giovane chiede di indicargli in quale luogo sia nascosto. Il frate lo conduce alla Barucola. “Qui sta nascosto il tesoro. Bisogna scavare per dissotterrarlo”. Il lavoro di scavo inizia ed ecco che una voce risuona nell’aria: “Ciò che cercavi, l’hai trovato”. Il giovane si guarda attorno e vede il corpo di Andrea risplendere come oro. Turbato, comprende che il tesoro che va cercando non è di questo mondo. Si converte e diverrà il beato Bartolomeo di Sansepolcro, il Romito Santo, venerato nella chiesa dei Servi di Maria della città. Ormai anziano, Andrea sceglie di fermarsi definitivamente alla Barucola, luogo da lui prediletto per la preghiera, la meditazione e la penitenza. Si racconta che già sapesse per rivelazione divina della morte ormai prossima. Giunge il 1315, il 31 agosto: è il giorno predetto. All’alba, Andrea si alza dal giaciglio nella sua cella e si avvia in preghiera verso una grande roccia, all’ombra di un faggio frondoso. La morte lo coglie inginocchiato, in estasi. I confratelli, accorsi a cercarlo, lo trovano con il volto sereno e senza il pallore della morte. Si dice che in quel momento le campane della chiesa a Sansepolcro abbiano iniziato da sole a suonare. La popolazione tutta si incammina in pellegrinaggio fino all’eremo. Sul far della sera, il corpo di Andrea viene trasportato nella chiesa dei Servi a Sansepolcro. Una moltitudine di fedeli si avvicina al defunto per toccarlo e ognuno trova conforto nello spirito e nella persona. Il suo corpo, racchiuso in un’urna posta all’altare della Vergine, resterà incorrotto, come confermano le ricognizioni avvenute nei secoli. Dal 1806 la chiesa venera Andrea come beato. Di lui, definito “predicatore del tesoro celeste”, i biografi hanno scritto: “sprezzò le cose mondane, amò la povertà, fu misericordioso et pietoso, pieno di carità; non sapeva che cosa fusse superbia, ne che cosa fusse odio”. La Barucola è oggi immersa ancor più nel silenzio e nella solitudine di una montagna rigogliosa di verde. Pochi ruderi testimoniano il suo passato di fede e spiritualità, mentre vi aleggia il mito di un favoloso tesoro nascosto. È un luogo intimo, che regala meraviglie inattese nel trascorrere delle stagioni. Un luogo da raggiungere, lontano dal frastuono delle città e dal convulso vivere di oggi. Forse anche per questo la Pro Loco di Badia Tedalda si sta impegnando per migliorare la sentieristica che porterà alla Barucola, così come ha iniziato per altri luoghi del Badiale. Sentieri di fede, l’uno diverso dall’altro, tutti palpitanti di intensa devozione mariana. Itinerari che costituiscono percorsi dello spirito in cui ben si inserisce la Barucola, tebaide appenninica di fede e conversione: un luogo santo.
Marta Bonaccini
Immagine in copertina tratto da: Agnoletti E., Personaggi di Sansepolcro